Il lavoro di Giulia Osella si sviluppa sul confine fra materia e psiche.
Ogni forma è attraversata da forze che la precedono e continua a portarne la traccia.
Pittura e installazione operano come campi di risonanza, dove la materia non si fissa ma ascolta.
L’opera è un luogo di passaggio: il momento in cui ciò che preme trova corpo e durata.
Nel suo divenire, la forma diventa consapevolezza che si manifesta.
Qui, l’immagine non rimanda a un altrove: accade.
Non rappresenta la psiche, ne è la sua modalità di apparizione.
È presenza che prende corpo — una forma che emerge dal profondo per esistere nello spazio.
Archetipo
Archetipo è il punto di origine e di ritorno.
La forma nasce come gesto di contenimento: tenta di trattenere l’impulso, ma finisce per rivelarne la necessità.
Ogni lavoro abita la soglia fra regola e disgregazione, fra ordine e vertigine. La geometria non impone: rivela la struttura invisibile che tiene insieme gli opposti, il ritmo che consente alla materia di respirare.
È qui che l’immagine si fa memoria di ciò che l’ha generata — un equilibrio instabile fra intenzione e destino.

"00:11" Serie Archetipo, Acrilico su tela, 100x100, 2023. Opera acquisita dal MUVE nel 2024
Le serie 9, 11 e D segnano le tappe di un processo interiore che si traduce in forma. Non sono variazioni tematiche, ma stati di coscienza della materia.
Dal contenimento all’espansione, fino alla convergenza, ogni passaggio restituisce un moto psichico che si deposita sulla superficie.
La pittura non compone: decifra.
È un linguaggio che si scrive da sé, lasciando traccia di ciò che muta — la memoria di un gesto che continua oltre il suo compimento visibile.

Serie 9
Serie 9 inaugura il ciclo del contenimento.
La forma si costruisce nella ripetizione, come se l’atto stesso di trattenere generasse una vibrazione interiore.
L’ordine è fragile, la disciplina si incrina, la materia preme per farsi respiro.
Ogni opera è un confine che si tende fino a diventare soglia: il momento in cui la coscienza si accorge di essere materia.
Serie 9, Acrilico su tela, 100x100, 2024
Serie 11
Serie 11 apre lo spazio del passaggio. La geometria si dilata, devia, accoglie l’imprevisto come parte della propria logica interna.
Ogni forma si fa organismo in movimento, memoria che si riscrive.
La tensione fra struttura e deriva non chiede soluzione, ma presenza: è l’istante in cui il controllo si trasforma in fiducia.
La materia non obbedisce più: ascolta la propria variazione.

Serie 11, Acrilico su tela, 100x100, 2025

Serie D
Serie D tende verso la convergenza. Il cerchio ritorna, non come simbolo ma come principio vitale: raccoglie e disperde, chiude e apre, si richiude per respirare di nuovo.
La materia si fa trasparenza, la geometria si piega verso l’origine, riconoscendo in essa il movimento stesso della vita.
Ogni opera è un tempo di integrazione, dove gli opposti non si annullano ma convivono in quiete dinamica.
Non è una fine: è il momento in cui la forma comprende di poter continuare a mutare senza perdersi.
Serie D, Acrilico su tela, 30x30, 2024